Luigi Manconi, noto ex senatore ed ex sottosegretario alla Giustizia, nonché compagno di Bianca Berlinguer racconta la sua situazione.
Una lunga intervista al Corriere della Sera, nella sua edizione di Bologna, Luigi Manconi, noto ex senatore ed ex sottosegretario alla Giustizia, nonché compagno di Bianca Berlinguer, ha raccontato il suo essere diventato cieco. Una situazione che lo ha portato a svelare nel libro “La scomparsa dei colori”, il percorso fatto fino ad oggi con la perdita ormai totale della vista.
Il dramma di Luigi Manconi, compagno di Bianca Berlinguer
Manconi, nel corso dell’intervista al Corriere ha spiegato di aver sentito la necessità di raccontare la sua situazione non solo per una questione personale ma anche per dare voce a chi si trova nella sua stessa condizione: “È sorta dalla consapevolezza che pur essendo questa una mia personale esperienza non è una condizione che riguardi solo me. In Italia sono circa due milioni gli ipovedenti e cinque milioni le persone con qualche disabilità”.
Il compagno di Bianca Berlinguer ha ripercorso le tappe che lo hanno portato a diventare cieco: “È stato un processo progressivo, che di tappa in tappa mi privava della vista, fino alla cecità totale, circa un anno fa. Ma ogni tappa mi consentiva di scoprire in me risorse che non pensavo di possedere”.
Le paure e la resilienza
Manconi ha voluto aggiungere di avere tante paure ma anche di trovare ogni giorno la forza di andare avanti e cercare di affrontare tale situazione: “Quali sono le mie paure? Molte: innanzitutto la paura di farmi male. Penso sia miracoloso che quasi mai in 15 anni di indebolimento progressivo della vista io sia caduto. Ho paura di ferirmi la faccia, la parte più esposta; di urtare, sbattere. Poi ho mille altri piccoli timori quotidiani, gli stessi che questa condizione dà a tutti quelli che la condividono”, ha detto.
Allo stesso tempo, l’essere diventato cieco lo ha reso più forte: “Ho scoperto di essere più resistente di quello che non avessi immaginato, di possedere una grande capacità di adattamento, anche nella parte ultima della malattia, nella cecità totale, tanto da riuscire a condurre comunque una vita piena di incontri”.
Una vita che adesso ha raccontato nel libro scritto “con altri”. “Ho imparato a ‘scrivere con altri’. I testi prendono forma prima nella mia mente, specie nelle ore notturne, quando formulo le frasi e le memorizzo. Diventano veri e propri inizi, articolati nei dettagli. Quindi sviluppo quei testi con le mie coautrici, Chiara, Marica e Kim. Sono processi lunghi, che hanno nella lettura e rilettura ad alta voce il loro segreto”, ha concluso Manconi.